Quanti di voi conoscono la pelle conciata al vegetale? In questo periodo è uno degli argomenti che fanno più discutere sul web. Alcuni pensano che sia un prodotto a base vegetale, e quindi vegano, mentre altri la pensano affine alla concia al cromo. Altri invece pensano che i processi conciari siano inquinanti.

Quando parliamo di cuoio e di pelle conciata al vegetale occorre essere precisi, e quindi ecco alcune informazioni dettagliate.

Informazioni utili sulla pelle conciata al vegetale

La pelle conciata al vegetale è un prodotto (del riciclo alimentare) di origine animale

La pelle conciata al vegetale ha origine animale (pelle bovina, ovina o caprina) ed è un prodotto del riciclo alimentare a cui poi si effettua la concia. Grazie a questo processo si arresta la decomposizione della pelle, la si rende impermeabile a livello cellulare. La chiamiamo “al vegetale” perché in questo procedimento si utilizzano delle sostanze naturali, come i tannini, estratti naturali che derivano da fonti vegetali come legno (soprattutto castagno e quebracho) noci di galla e baccelli di Tara.

Storia della pelle conciata vegetale

Le sue origini risalgono a 2000 anni fa, anche se il maggior sviluppo si è avuto nel Medioevo, quando i maestri conciari perfezionarono l’arte di usare acqua e una classe di reagenti concianti contenuti per lo più in cortecce. La concia un tempo era molto lenta (da 1 a 3 mesi in soluzione di acqua e tannini). Fino agli anni ’60 durava circa 30 giorni e oggi esiste un metodo rapido in botte (circa 36 ore).

Le fasi del processo produttivo per conciare le pelle al vegetale

Cinque sono le fasi di cui si compone il processo produttivo

  1. Lavori di Riviera
    Questi lavori compongono la fase preliminare prima di andare in concia e si possono dividere in:
    Il rinverdimento
    La depilazione
    Il calcinaio
    La decalcinazione
    La scarnatura
    Il piclaggio
  2. Concia
    Per la concia la pelle viene inserita in grandi botti che ruotano con acqua, tannini e coloranti.
  3. Riconcia
  4. Asciugatura
  5. Rifinizione

 

La pelle conciata al vegetale non richiede l’uccisione di animali

Nel produrre la pelle conciata al vegetale quindi non è necessario uccidere nessun animale, e le concerie recuperano e riutilizzano gli scarti dell’industria alimentare. Una sottolineatura importante in un momento storico in cui, a differenza di quanto si possa credere, il consumo di carne nel mondo è aumentato anziché diminuire. Le concerie hanno un ruolo importante quindi nel recuperare scarti che altrimenti creerebbero problemi di smaltimento speciale ed alti costi di gestione.

Pelle vegana e pelle conciata al vegetale sono la stessa cosa?

Altra cosa da sapere è che la pelle conciata al vegetale e la pelle vegana non sono la stessa cosa. Pelle conciata e cuoio sono prodotti di origine animale, e quindi forse poco tollerati da chi ha deciso di avere uno stile di vita vegano. La pelle vegana ha invece origini diverse, sintetiche o da vegetali. Di solito i materiali più usati sono il PU (poliuretano) o il PVC (cloruro di polivinile) che derivano dal petrolio. In questo caso però si pone il problema del loro recupero, visto che lo smaltimento è inquinante in questo caso. Se si usano invece materiali vegetali per dar vita alla pelle, i più usati sono i torsoli dei frutti, le foglie d’ananas, i funghi, il sughero. In alcuni casi alle mescole si aggiunge del materiale plastico per dare consistenza.

Ecco perché molto spesso per definire la pelle vegana si usa parlare di pelle artificiale o di similpelle, o ecopelle. Nomi comunque sbagliati perché la parola “pelle” dovrebbe essere utilizzata solo per indicare l’origine animale delle materie prime che si utilizzano. Con similpelle si indicano i materiali diversi da quelli animali che si usano però per le stesse applicazioni nella moda. Con ecopelle si indica un tipo diverso di pelle o cuoio con ridotto impatto ambientale.

Perchè vengono utilizzati i tannini per conciare la pelle?

Torniamo alla pelle conciata al vegetale per parlare dei tannini, sostanza particolarmente indicata per la lavorazione della pelle perché non fa utilizzare materiali tossici o metalli pesanti. Proprio perché sono di origine animale, questi elementi sono molto sicuri anche per le pelli più sensibili come quelle dei bambini, dove invece pelli conciate per esempio al cromo potrebbero infastidire o provocare dermatiti. Pensate che i tannini sono sempre presenti sulle nostre tavole nella frutta e in bevande come tè e vino. Sono quindi sostanze assolutamente naturali ed estratte con metodi ecosostenibili: macinatura dei baccelli, sminuzzare il legno e immergerlo in acqua calda. Anche il processo della concia della pelle con i tannini non è assolutamente un processo inquinante, anzi questo metodo con i tannini è tra quelli più ecosostenibili. Pensate che i fanghi che derivano da questo procedimento si possono poi usare in edilizia. Gli oggetti che si creano in pelle conciata al vegetale durano per generazioni e una volta terminato il loro ciclo vitale, si possono smaltire come fertilizzanti per agricoltura.

La pelle conciata al vegetale è indicata alle persone con allergie

Utilizzare una pelle conciata al naturale (come ad esempio nella realizzazione di un portafoglio) vuol dire utilizzare una pelle unica, diversa da tutte le altre, prodotta con sole sostanze naturali e adatta alle persone allergiche. Questa pelle ha un odore unico ed è facilmente personalizzabile, nonostante raggiunga spessori anche importanti. proprio per questo dura nel tempo e non invecchia, ed è diventata un’eccellenza del made in Italy.

Come riconoscere se è una vera pelle conciata al vegetale

Se non sapete come distinguere la pelle conciata al vegetale con altri materiali, affidatevi prima di tutto all’olfatto. I tannini danno un profumo intenso, l’odore di cuoio che nella plastica non esiste. Questo tipo di pelli poi è morbida al tatto. Tra i marchi più famosi ci sono il Vero Cuoio di Toscana o Vera Pelle Conciata al Vegetale.

 

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